TEMA: Come mi sono innamorata dei Depeche.SVOLGIMENTO: Erano i primi anni 80 e alla TV alle 2 del pomeriggio c’era una trasmissione che si chiamava DeeJay Television (condotta da Gerri Scotti, Sandy Marton, ecc.) Ovviamente era un must accendere la TV dopo pranzo per guardare DJTV. Allora (ma anche adesso) il mio cantante preferito era David Bowie e quindi non aspettavo altro che i suoi video (in particolare China Girl non censurato dove c’era una scenda di lui nudo sulla spiaggia che mmmmh…). Vabbe’… comunque cominciai a vedere anche i video di questi tizi strani, i Depeche Mode. Mi piacevano, sia chiaro, ma non ci sbavavo. Il colpo di fulmine arrivò con
Blasphemous Rumors e lì comincia i rompere le balle a mia nonna in maniera così massiccia che anche lei cominciò ad apprezzarli e un bel giorno ritornò a casa con un sacchetto di Emiliani (il negozio di dischi della mia città) e dentro c’era Black Celebration. Da lì il delirio… cominciai ad acquistare tutti i dischi che avevano fatto sino ad allora (mettevo via le mance) finchè non mi decisi (TA-DAAAAAAA!) e convinsi mia mamma e mio padre che la cosa migliore per me, datosi che ero bravina in inglese, ma mi mancava ancora qualcosa, era farmi andare in Inghilterra per una vacanza-studio. Nella mia mente di ragazzina stavo meditando un piano perverso ovviamente (condito da una buona dose di ingenutità). Ma non potevo farne a meno: ero IO, sentivo, la ragazzina di 15 anni di cui parlava “A Question Of Time”!
Così prendo e parto per l’Inghilterra. Mi ero preventivamente fatta firmare dai miei i permessi per allontanarmi da Oxford, eventualmente. Allora non esistevano quasi i fax e figuriamoci le email. Ero convinta che avrei incontrato i Depeche (beata ignoranza!) datosi che qui in Italia erano quasi sconosciuti, o comunque di nicchia, ecco.
Arrivo ad Oxford e comincio a fracassare i coglioni a tutti con sti Depeche: il mio vicino di casa diceva che erano dei finocchi, la mia famiglia non ne poteva più, figuriamoci ai corsi! Dopo pochi giorni, però, cambia la prof. Arriva questa ragazza dolcissima (Melissa) che mi dice: “Maddai, ti piacciono i depeche Mode! Ti devo far conoscere il ragazzo di mia sorella!” Uh? Perché? Ma non si rifiuta nulla, così mi faccio presentare questo Johnny che, esce fuori, è nato e cresciuto a Basildon ed è stato amico d’infanzia di Vince (in effetti era uscito con sua sorella), Martin e Fletch (e anche di Andy Bell, il cantante degli Erasure). Non potevo crederci… Il fato volle che io stessi MOLTO simpatica a Johnny e così un giorno mi disse: “Vuoi conoscere i Depeche Mode? Vieni a Basildon il giorno tale. L’indirizzo è 10 Hawksbury Lane.” (ce l’ho tatuato in mente da allora).
Non vi dico in che stato ero… devo aver provato 50 vestiti diversi per poi mettermi una gonna lunga a tubo con completo e stivaletti. Ero una ragazzina davvero molto bellina allora (se trovo delle foto le posto) e dimostravo più dei miei 15 anni.
Eccomi qui a 15 anni.
(Abbiate pietà: erano gli anni 80!)
Parto. L’Oxfordshire è lontano dall’Essex e i treni carissimi ma non me ne frega. Arrivo a Paddington, a Londra e poi vado alla stazione di Fenchurch Street, da dove partono i treni per Basildon. Mi sembrava di impazzire. Arrivo a Basildon (posto dimmerda) e prendo un taxi dando l’indirizzo di 10 Hawksbury Lane che si rivela essere una casa spersa in mezzo a un bosco. Il tassista riparte e io mi trovo in mezzo al nulla, senza il coraggio di suonare alla porta. C’era solo quella cazzo di casa con un po’ di macchine parcheggiate davanti. Mi faccio coraggio e suono. Mi apre una signora e dico che sono lì per vedere i Depeche Mode: quella mi guarda come se fossi scema e io mi sento crollare il mondo addosso. Perché???
Stavo per mettermi a piangere quando sento da dentro che scoppia una risata… era uno scherzo architettato dal mio amico. PER FORTUNA perché stavo MORENDO. Entro e… non ci credo… allora mi piacevano Andy e Alan… ed eccoli lì. Andy in piedi e Alan seduto su una panca. Non vedo Dave e Martin. Ci sono parecchie altre persone che stanno ancora ridendo del mio spavento. Mi fanno sedere e mi offrono da bere. Mi presentano tutti ma io non capisco un cazzo. Ad un certo punto vedo Dave e il mio pensiero è “Marò’ che brutto! Sembra un tacchino!” (NON AMMAZZATEMI!!!
) e noto il tatuaggio col suo nome (allora aveva solo quello, credo, e non l’avevo nemmeno notato in TV). C’era anche la sua Jo. Non mi caga manco di pezza a parte la presentazione. Si gira e se ne va… poco male. Alan è da una parte e letteralmente non caga nessuno e beve nella penombra. Fletch invece è subito dolcissimo. Mi mette subito a mio agio (il mio amico, ho scoperto dopo, gli aveva detto che era lui il mio preferito) mi parla, mi chiede dell’Italia. A un certo punto sento un
“HELLO-O!” da dietro e vedo sto piccoletto che mi si avvicina. E’ l’unico che non sembra aver smesso gli abiti di scena: è truccato e ha i pantaloni di pelle: Martin! Anche lui mi chiede dell’Italia e di come mai a me piacciono proprio loro, blabla… mi mette una mano sulla spalla, è simpaticissimo! Ho detto sopra che dimostravo più dei miei 15 anni… e col trucco la cosa era ancora più evidente. Dopo un po’ mi ritrovo a parlare con Fetch e Martin e non riesco a crederci. Martin è decisamente stortino (ciucco) e continua ad abbracciarmi. A un certo punto Fletch se ne va un momento e Martin mi chiede quanti anni ho. Io, bella esaltata da “
A Question Of Time”, come avevo detto, prorompo in un orgogliosissimo
“FIFTEEN!” Oh, manco il tempo di finire la parola e Martin si è volatilizzato.
Io sono sola come una cretina in mezzo alla stanza. Per fortuna torna Fletch che mi porta fuori a vedere la sua moto, mi fa sedere dietro, l’accende e andiamo a fare un giretto: io riesco a farmi male con la marmitta (non sapevo andare in moto!!!!) e mi si distruggono i collants (CHE CULO!) e passo 20 minuti buoni seduta contro un albero a farmi togliere il nailon appiccicato dalla carne viva!
Che figura di merda! Ancora non riesco a credere quanto sia stato gentile Andy. Io però a una certa ora dovevo chiamare un taxi e farmi portare indietro alla stazione. Fletch entra in casa e parlotta con un tipo… poi mi dice che non ci sono problemi, mi avrebbe portato indietro Peter che abitava a Reading e lavorava ai Genetic Studios, non lontano da Oxford oppure al massimo poteva accompagnarmi lui (Fletch) fino a Londra e da lì potevo prendere un treno. Telefono alla famiglia per dire che sarei tornata un po’ più tardi…
ma comunque arriva l’ora e Peter deve andare. Alla fine, credo per gentilezza, Andy aveva optato per farmi riaccompagnare direttamente ad Oxford da Peter anche se io avrei preferito tornare a Londra con lui e poi prendere un treno, anche a costo di incenerirmi il polpaccio sinistro. Vabbè, saluto e vado… ma ero al settimo cielo.
Il mio score per quella giornata è stato che Alan non l’ho manco toccato , Dave non mi si è cagato di pezza , ho fatto scappare Martin … ma almeno Fletch mi ha trattata come la sua sorellina!
Per i giorni seguenti ho praticamente delirato e, quando sono tornata in Italia, mi ero convinta che tutto era possibile… Dopo qualche settimana mi è arrivato un pacco. Il mittente era Johnny e dentro c’era un picture disc con un’intervista ai Depeche e la copertina in plastica autografata, da parte di Fletch. Sono rimasta in contatto con Johnny per alcuni anni, ci siamo anche rivisti (gli anni seguenti sono tornata in Inghilterra) ma poi ci siamo persi di vista anche se non ho mai smesso di pensare a lui e di cercarlo. Al concerto di MFTM a cui sono andata non sono riuscita a passare dietro: allora sono sicura che Fletch mi avrebbe riconosciuta.
La cosa buffa è stato che sul forum ufficiale dei Depeche leggevo un tipo e da come parlava e dalle cose che diceva mi ero convinta che potesse essere il “mio” Johnny, ma non avevo il coraggio di chiederglielo. Lui mi ha contattata (sulla DMMB sono la “fan” ufficiale di Fletch) una volta che ha messo una vecchia foto di Fletch dedicandomela e allora ho preso il coraggio a due mani e gli ho chiesto se per caso non era lui John G. il vecchio amico che avevo perso e che mi aveva presentato i Depeche… e questo quasi mi muore: no, non era lui ma erano nella stessa compagnia insieme da ragazzini e anche lui è cresciuto a Basildon con Vince e Andy… e adesso mi sta dando delle dritte per ritrovare Johnny (il mondo è MINUSCOLO!) che dovrebbe essere in contatto ancora con una tipa che lavora alla Mute.
Comunque da allora sogno solo di rincontrare Fletch, anche se non credo proprio che si ricordi di me… e poi sono cambiata tantissimo, me ne vergogno.
Nulla di particolare, solo una botta di culo incredibile dietro l'altra. Vorrei specificare che secondo me da allora il culo (metaforico) mi ha abbandonata e ho capito che non basta andare in Inghilterra per realizzare tutti i tuoi folli progetti, ma sono riuscita ancora a coronare alcuni dei miei sogni negli anni successivi. Sogni che
non riguardano i Depeche. E anche quel giorno... non è successo nulla di speciale a ben vedere: una ragazzina ha incontrato la sua band preferita per un pomeriggio, tutto qui. Ma da quel momento non li ho mollati più.